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5 ragioni per cui il duetto Blanco-Mina non ci convince

Blanco canta con Mina e non distrugge più i fiori. Ma nemmeno ne coltiva di nuovi. Chi mi segue sa che non mi piacciono le metafore, perlo...


Blanco canta con Mina e non distrugge più i fiori. Ma nemmeno ne coltiva di nuovi.

Chi mi segue sa che non mi piacciono le metafore, perlomeno quelle non spiegate. In questo articolo quindi provo a rendervi più chiara quella che ho appena scritto. Cercando di raccontarvi le 5 ragioni per cui l’operazione Blanco-Mina non mi convince.

O meglio: perché questa operazione discografica forse mi avrebbe convinto con la disillusione che avevo negli anni ‘90, mentre oggi proprio no. Innanzitutto perché negli anni '90 le collaborazioni tra artisti ancora si facevano prevalentemente in studio, e non con i file inviati su WeTransfer. 

Ora sinceramente non so se sia questo il caso, ma come affermato da Blanco, per realizzare questo brano con Mina i due artisti non si sono mai incontrati, né si sono mai parlati. Ergo: abbiamo già abbastanza argomenti per cominciare con le 5 ragioni.

 

1. Si può dire di aver cantato insieme, senza essersi mai sentiti nemmeno al telefono? 

 

Direi che questo è il primo grande limite sistemico con cui vengono realizzati diversi featuring degli ultimi anni, aggravato qui non solo dalla collaborazione a distanza, ma dal fatto di non essersi nemmeno mai sentiti al telefono. 

La mia domanda è: si possono costruire emozioni autentiche "in DAD"? Anzi, in webinar? Perché è nei webinar che non vediamo nemmeno il volto delle persone con cui stiamo parlando. E forse quest'ultimo è proprio l'esempio che rende meglio l'idea. 

Perdonatemi, ma a me questa cosa sembra davvero incomprensibile. Mi rendo conto che non sentirsi alimenti l'alone di mistero, ma continuo a non capirne il perché. Ci sta scomparire dalle scene, non voler andare più a Sanremo, non apparire più in pubblico: tutto perfettamente legittimo. Ma quando stiamo lavorando a una complicità artistica da primo posto in classifica, con un artista attualmente da primo posto in classifica (Blanco), ecco, lì davvero faccio più fatica a capire.

Forse è anche per questo lavoro a distanza che le due voci (quella di Blanco e quella di Mina) nel brano mi sembrano scollate: forse perché manca l'intesa che solo un vero incontro in studio può generare

Tipo quello degli anni '70 tra Elis Regina e Tom Jobim: ve lo ricordate? Ecco, questo per me è un vero duetto in studio.

 

 

2. Blanco fa gli onori di casa con un pezzo in stile Mina-Celentano, che forse non avrebbe mai cantato da solista

 

Bravo, bravissimo. Perché quando a 20 anni sei capace di mettere da parte il tuo stile, rendere indirettamente omaggio al mondo sonoro degli Audio 2 (autori storici nell'album Mina Celentano), e scrivere insieme al produttore Michele Zocca un pezzo che valorizza le atmosfere di quegli anni, con le tecniche di arrangiamento del 2023, significa aver raggiunto una profonda maturità musicale.

Il tutto, pur avendo dichiarato in conferenza stampa:

Il pezzo non mi piaceva molto... Abbiamo pensato a una collaborazione e ho sparato a caso il suo nome. Le abbiamo mandato una mail e ha accettato.

Ora, al di là del fatto che trovo un po' poco lusinghiera questa dichiarazione nei confronti di Mina (il pezzo non mi piaceva molto, ho sparato a caso il suo nome e le ho mandato una mail), il risultato è comunque riuscito benissimo: per quanto il pezzo non gli piacesse, era perfettamente in linea proprio con la vocalità e lo stile di Mina.

"Un briciolo di allegria" (questo il titolo del brano di Blanco-Mina) si "apre" già al secondo 31, con quello che appare subito come un ritornello. Mentre, sorpresa: è ancora strofa. Il vero refrain parte al secondo 51, e lì c'è la vera sorpresa: è come una caramella che era già buona in superficie, ma che in realtà ha un ripieno ancora più buono.

Bene, anzi benissimo per la struttura di una canzone degli anni '90. Che forse Blanco, da solo, non avrebbe mai cantato. Proprio perché perfettamente in stile anni '90, lontanissimi dal suo mondo musicale abituale.

Ma Blanco si è votato alla causa, e ha fatto gli onori di casa. Per la serie: "Cara Mina, accomodati su questo pezzo scritto appositamente per te".

 

3. Blanco a Sanremo ha perso il pubblico di Mina, e cantando con Mina l'ha riconquistato 

 

Non nascondiamoci: l'esibizione di Blanco al Festival di Sanremo con le fioriere distrutte credo davvero non abbia giovato all'immagine di Blanco. Specie sul pubblico adulto a cui buona parte del Festival di Sanremo è rivolto. Blanco era andato a Sanremo (come tutti) per ampliare il suo pubblico, e diventare ancora di più un cantante "per famiglie": non solo per i figli, ma anche per le mamme e i papà. E forse pure per i nonni. Poi gli ha distrutto i fiori. E l'operazione di avvicinarsi a quel pubblico, oltre a consolidare quello che già aveva, temo non gli sia riuscita.

E allora: quale migliore occasione per riconquistare proprio quel segmento di pubblico portando dentro il tuo nuovo singolo l'idolo di quel segmento di pubblico, ovvero Mina, esponente per antonomasia di quel mondo musicale adulto?

Bene, benissimo, stupendo. Ma anche qui ho una domanda: dove comincia l'arte, e dove finisce il marketing? Come dicevo, è una domanda. E spesso a domande così, io stesso non ho una risposta.



4. Il problema diegetico del testo: chi parla a chi?

 

Il problema più clamoroso di "Un briciolo di allegria" dal mio punto di vista sta nel testo. In precedenti duetti celebri di Mina (vedi "Acqua e sale" o "A un passo da te") la diegesi del testo è chiara (ovvero: è chiaro chi è parte in causa del testo, e chi parla a chi) poiché si tratta di dialoghi diretti tra gli artisti. Facciamo un esempio:

Ma io [Mina] / Ma tu [Celentano] / Sono con te ogni giorno / Perché di te ho bisogno [Mina]

Ecco, in questo specifico caso la dimensione diegetica del testo è chiara. Mina e Celentano "dialogano" dentro una canzone in cui ciascuno assume un ruolo. E la cosa si ripropone anche in "A un passo da te", canzone più recente, sempre di Mina Celentano:

Vorresti dirmi che m'inganno se mi sento libero? [Celentano] / Illuso [Mina] / E che l'amore mette il cuore in trappola [Celentano]

Questi testi rappresentano continui dialoghi, che danno perfettamente senso e significato alla canzone, sulla base dei ruoli volta per volta interpretati dai due artisti.

Ma nel caso del brano di Blanco, quali sono i ruoli? Il testo è cantato rispettivamente da ciascuno dei due artisti, senza che le parole assumano né una dimensione dialogica, né che ci sia un motivo particolare per cui una parte del testo sia cantata da Blanco, e un'altra da Mina.

Tecnicamente, il brano poteva essere cantato tranquillamente per intero dai singoli artisti, e non ci saremmo accorti di problematicità sul testo. Perché nel testo non c'è dialogo. Forse perché si tratta di un testo nato per una voce e basta (quella di Mina, da sola?), e non per due.

Detto questo: la faccenda di testi cantati in duetto, senza che tuttavia abbiano molto senso in duetto, negli ultimi tempi è piuttosto diffusa. E in troppo pochi si pongono il problema. Pensate a com'è cambiata la musica italiana, in questo senso, nei decenni: mi viene in mente ad esempio "Ti lascerò", interpretata da Fausto Leali e Anna Oxa a Sanremo. Lì c'è davvero un continuo rimandarsi i versi della canzone, che ne rende iper-credibile l'interpretazione. 

Oppure, più di recente, possiamo pensare alla dimensione dialogica dell'ultimo brano presentato a Sanremo dai Coma_Cose, tutto centrato sul dialogo dei due artisti in un testo che non solo suona iper-autentico, ma anche autobiografico. 

Potremmo quindi dire che duetti come questi sono bidirezionali, perché è evidente la natura sistemica del testo. Poi invece ci sono duetti che hanno un testo unidirezionale, dove le parole vanno dritte verso la loro destinazione. E non c'è dialogo con il secondo interprete.

Sono brani in cui non esiste dimensione dialogica tra le parti: le voci semplicemente si sovrappongono, talvolta con intervalli di terza (e per fortuna: sarebbe peggio ancora se si trattasse di banalissimi intervalli di ottava, che purtroppo spesso si sentono in giro).

Il rischio, per sintetizzare, è che questi testi unidirezionali, semplicemente, non risaltino. Perché la loro prossemica, la loro direzione, non risulta chiara a chi ascolta. 

Ci sono due voci che cantano (perché proprio due, se il testo dice la stessa cosa per entrambi?) e che vengono sovrapposte, e il significato di questa azione comunicativa rischia purtroppo di fermarsi lì.


5. C'è un po' di confusione sui decenni: il video del brano in bianco e nero è ambientato negli anni '60, mentre il pezzo è anni '90

 

Su quest'ultimo punto sento il peso dei miei due decenni in più che mi separano da Blanco, o comunque da chi ha deciso la fotografia del brano. La scelta è ricaduta su un video completamente in bianco e nero, con arredi e fotografia ispirati agli anni '60.

Ora, negli ultimi anni siamo stati abituati a vedere nei video delle canzoni scelte revival ispirate ai decenni scorsi (solo per citare alcuni artisti mi vengono in mente Tommaso Paradiso, oppure Fedez con Tananai e Mara Sattei). Tuttavia, in questi casi i video erano allineati al decennio di riferimento della canzone. E questo creava una buona coerenza interna generale del prodotto discografico, e della relativa immagine coordinata.

Nel caso del video di Blanco, invece qualcosa mi stona: c'è sì il voler contestualizzare temporalmente la fotografia nel passato, ma il tutto è ambientato nel decennio sbagliato.

Se infatti gli anni '60 sono anni di grande successo per Mina, tuttavia il decennio naturale di riferimento di "Un briciolo di allegria" sono gli anni '90. Perché le sonorità (sia per quanto riguarda il giro degli accordi, sia l'arrangiamento) appartengono proprio alla seconda metà di quel decennio. Ed è per questo che il video sembra andare in una direzione, la canzone in un'altra.

Questo anche per un altro motivo: il ruolo riservato a Mina nel video stesso è tutto riferito agli anni '90. Mina si intravede infatti attraverso una sagoma attorno al minuto 1.01, ed è una sagoma molto simile alle rappresentazioni di Mina degli anni '90 dell'album Mina Celentano. Peraltro, nel video appare continuamente un gatto, che richiama inevitabilmente la Mina di "Brivido felino", anch'esso brano degli anni '90.


In conclusione: un bel tentativo che funzionerà, ma che forse non resterà nella storia della musica italiana


È chiaro che "Un briciolo di allegria" funzionerà, questo nessuno lo mette in dubbio. Perché ci sono tutti gli ingredienti che servono per piacere a segmenti di pubblico molto diversi e lontani tra loro (forse solo la "Gen Z", quella più giovane, dovrà sforzarsi per digerire un refrain molto lontano dallo stile di Blanco, ma che per amore di Blanco lo farà comunque).

Detto questo, dal mio punto di vista restano le forti problematicità che separano questa operazione discografica da un capolavoro. Anche se andrà bene, benissimo, comunque.

Resta il fatto che non siamo di fronte ad "Acqua e sale".

Perché di "Acqua e sale" ce n'è una sola. E c'è già stata. Peraltro, c'è stata più di una volta attraverso vari tentativi. E anche dei secondi e terzi tentativi, secondo me è rimasto solo il primo.

Credo accadrà così, inevitabilmente, anche questa volta.

Patrick Facciolo