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Serata dei duetti a Sanremo 2023: le pagelle di Patrick Facciolo

La serata dei duetti di solito è la serata del Festival che mi appassiona di meno. E che di solito appassiona di più il pubblico. Mi appassi...


La serata dei duetti di solito è la serata del Festival che mi appassiona di meno. E che di solito appassiona di più il pubblico. Mi appassiona meno perché spesso i duetti sono occasioni per cambi tonalità più o meno probabili, arrangiamenti che talvolta rendono irriconoscibili i brani e per la modifica di accordi che spesso stravolgono le canzoni. Per questo preferisco ricordarmi i grandi classici della canzone per come sono abituato a ricordarmeli.

Ho scelto comunque di commentare i duetti di ieri sera, a cui ho assistito direttamente qui a Sanremo in Sala Stampa. Ecco la mia personalissima pagella:

Ariete e Sangiovanni: voto 4,5 – Centro di gravità permanente di Franco Battiato. Non bastano le buone intenzioni per apprezzare il fatto che una nuova generazione interpreti un classico della canzone italiana. Imprecisioni e stonature, un brano secondo me sbagliato per un duo non perfettamente allestito.

Will con Michele Zarrillo: voto 6 – Cinque giorni di Michele Zarrillo. A salvare la performance ci pensa Michele Zarrillo. Il confronto tra i due è impietoso, a sfavore di Will. Un duetto che penalizza l'artista in gara, per manifesta superiorità del big che lo accompagna.

Elodie e Big Mama: voto 7 – American woman dei The Guess Who. La scelta di una partner perfetta per accompagnare il messaggio artistico che Elodie cerca di veicolare in questi ultimi anni. La performance è buona, studiata, preparata. Bene.

Olly e Lorella Cuccarini: voto 5 – La notte vola di Lorella Cuccarini - Ridateci gli accordi della versione originale, please. La Cuccarini salva la performance grazie alla coreografia e all'endorsement finale (semmai qualcuno potesse chiedersi: ma davvero alla Cuccarini piace questa versione?). Una sola domanda: Olly, perché questo arrangiamento?

Ultimo con Eros Ramazzotti: voto 8 – Medley di Eros Ramazzotti. Ottima la scelta del partner, bellissimo il momento in cui Ramazzotti ammette candidamente di non ricordare il brano. Esecuzione non perfetta ma autentica, credibile, nazional-popolare quanto basta. Quello che, secondo me, il pubblico desiderava.

Lazza con Emma e Laura Marzadori: voto 5 – La fine di Nesli. Anche qui: ridateci gli accordi originali, grazie.

Tananai con Biagio Antonacci e Don Joe. Voto 6,5 – Vorrei cantare come Biagio Antonacci di Simone Cristicchi. La mia domanda è: ma Simone Cristicchi, il vero protagonista del brano, dove l'avete lasciato? Bello rivedere Biagio sul palco, simpatica l'idea, peccato Simone non sia stato coinvolto nel progetto.

Shari con Salmo, voto 7 – Diavolo in me. Buona esibizione di entrambi, con Salmo che nel brano riesce a esaltare le sue qualità vocali. Bella l'idea di restituire ad Amadeus il microfono finito in piscina qualche giorno prima.

Gianluca Grignani e Arisa, voto 7 – Destinazione Paradiso di Gianluca Grignani. Con tutti gli imprevisti del caso ("Gianluca, abbiamo fatto un casino"), un'esibizione autentica e ben orientata al pubblico.
 
Leo Gassmann e Edoardo Bennato con Quartetto Flegreo, voto 7 – Edoardo Bennato e il suo repertorio sono una garanzia. Leo Gassman sostiene la prova meglio di quanto abbia fatto Will con Michele Zarrillo.

Articolo 31 con Fedez, voto 7 – Medley degli Articolo 31 - Nell'anno del revival, uno dei revival più attesi. Sarebbe 8, ma Fedez ha dimostrato esitazioni su alcuni brani degli Articolo 31, dandomi l'impressione che non li conoscesse così bene. Provare, provare e riprovare, in questi casi è fondamentale.

Giorgia e Elisa, voto 7  – Luce (tramonti a Nord Est) e Di sole e d’azzurro - Giorgia ed Elisa si affidano sulla loro esperienza, per una performance che poteva essere provata un po' di più, con un'assegnazione più funzionale delle parti e una minore sovrapposizione sulle stesse tonalità. Il 7 è per il loro carisma sul palco. I 3 punti che mancano al 10 riguardano una performance che poteva affidarsi meno alla loro capacità di improvvisare, e di più a una prova accurata delle rispettive parti.

Colapesce e Dimartino con Carla Bruni, voto 8 – Azzurro. Un brano orientato al pubblico dall'inizio alla fine, tanto che Colapesce e Dimartino, in pieno stile Benigni agli oscar, si lanciano sulle sedie dell'Ariston per avvicinare ancora di più la performance agli spettatori. Centrata e ben intonata la performance di Carla Bruni, con un timbro caldo e presente. Ben coordinato il finale con la parola "Splash", titolo del pezzo in gara di Colapesce Dimartino, pronunciato al termine dell'esibizione.

I Cugini di Campagna e Paolo Vallesi, voto 7 – La forza della vita, Anima mia, medley dei Cugini di Campagna. Paolo Vallesi sembra identico a quando La forza della vita l'ha cantata per la prima volta tanti anni fa. Bravo. Voce perfetta, ottima performance. Anima mia è una hit sicura, così come sicuri nel cantarla sono stati i Cugini di Campagna. Avrei preferito un medley più ampio, entrambi avevano il repertorio sufficiente per vantarlo.

Marco Mengoni con il Kingdom Choir, voto 8, Let it be dei Beatles. Un arrangiamento disegnato sulla voce di Marco Mengoni, che ha dato valore alla performance. Sceglie il Kingdom Choir, a dimostrazione che non serve avere sul palco artisti iper-rinomati in Italia (benché nel Regno Unito lo siano) per portare a casa un'ottima performance e vincere la serata. 

gIANMARIA e Manuel Agnelli, voto 7 Quello che non c’è degli Afterhours. Manuel Agnelli è una garanzia sul palco, e dà valore alla performance e alla statura artistica di gIANMARIA. Al contrario del caso di Will, un abbinamento che favorisce l'artista in gara, benché il timbro di gIANMARIA e Manuel Agnelli siano molto diversi tra loro.

Mr. Rain e Fasma, voto 4 – Qualcosa di grande di Cesare Cremonini. Sui brani riarrangiati il mio giudizio è implacabile, perdonate la franchezza. La canzone, secondo me, era irriconoscibile.

Madame e Izi, voto 7 – Via del Campo di Fabrizio De André. Difficilissimo interpretare De André, Madame e Izi lo fanno in punta di piedi e riescono in una prova difficile. Apprezzabile anche l'idea dell'esibizione su due sedie. La versione riuscita di ciò che hanno provato a fare Ariete e Sangiovanni con il brano di Battiato.

Coma_Cose e Baustelle, voto 7,5 - Sarà perché ti amo (Ricchi e Poveri). Quasi tutti gli accordi al posto giusto, nell'esibizione che più temevo avrebbe stravolto l'originale. Invece hanno rispettato il brano e dato spettacolo. Bravi.

Rosa Chemical e Rose Villain, voto 5 – America di Gianna Nannini. Un'occasione persa per un artista che sta conducendo fin qui un ottimo Festival. La scelta del brano non ha valorizzato le qualità vocali di Rosa Chemical, specie sull'ottava bassa, peccato. La tonalità sembrava più a vantaggio di Rose Villain che di Rosa Chemical. Solo che in gara c'era Rosa Chemical.

Modà e Le Vibrazioni, voto 7,5 – Vieni da me de Le Vibrazioni. Brano azzeccato, ben cantato, apprezzato dal pubblico in sala (e anche in Sala Stampa, a giudicare dall'entusiasmo con cui è stato accolto) e perfetto per entrambe le formazioni. Avere e gestire due bassi e due batterie sul palco non è facile. Bravi.

Levante e Renzo Rubino, voto 7,5 Vivere di Vasco Rossi. Levante ci ha dato la dimostrazione che i grandi brani - se si sanno interpretare - reggono anche soltanto al pianoforte. È bastata la prima strofa per insegnarcelo. Poi anche se entra la batteria in un secondo momento, la prova l'hai già offerta al pubblico.

Anna Oxa con il dj Iljard Shaba, voto 7,5 – Un’emozione da poco di Anna Oxa. Anche qui una dimostrazione che i grandi pezzi e le grandi voci resistono alla prova degli arrangiamenti, quando restano rispettosi dell'originale. La prima parte del brano regge da solo con gli archi, anche senza l'ausilio della batteria. Gli accordi sono rimasti gli stessi del brano originale per buona parte dell'esibizione. Anna Oxa ha fatto ascoltare al pubblico il brano per come il pubblico lo conosceva. Poi nella parte finale ha proceduto a una variazione che ha dato spazio alla sua sensibilità musicale attuale. Bene, perché ha saputo tener contro di entrambe le istanze: quelle del pubblico che volevano riascoltare questo classico in forma fedele all'originale, e allo stesso tempo l'istanza dell'artista, che ha voluto aggiungere la sua lettura contemporanea di questo suo classico.

Sethu e bnkr44, voto 5 – Charlie fa surf dei Baustelle. Apprezzato l'impegno, anche coreografico, ma la scelta del brano non aiuta Sethu a risultare sufficientemente nazional-popolare per un palco come quello dell'Ariston nella serata delle cover.

LDA e Alex Britti, voto 7 – Oggi sono io di Alex Britti. La presenza di Alex Britti è una garanzia. E la vocalità di LDA,ben si amalgama al brano per estensione e precisione nell'intonazione. Sognavo il duetto con Gigi D'Alessio, ma è probabile che lo stesso Gigi non sia voluto intervenire attivamente in questo Festival per lasciare l'attenzione soltanto su LDA e sulle sue capacità. Credo, in fondo, sia stata la scelta più giusta.

Mara Sattei e Noemi, voto 7,5 – L’amour toujours di Gigi D’Agostino. Brano non semplice da portare sul palco dell'Ariston per le sue caratteristiche. L'adattamento e il risultato sono stati ben riusciti per entrambe. 

Colla Zio e Ditonellapiaga, voto 7,5 – Salirò di Daniele Silvestri. Mettete il carisma di Ditonellapiaga su un palco, e vi solleverà il mondo. Esattamente quello che è successo ai Colla Zio per un brano che non dà grande spazio alle vocalità, e che richiede molto dall'interpretazione. Che, appunto, non è mancata.

Paola e Chiara con Merk & Kremont, voto 7 - Medley di Paola e Chiara. Ancora una volta quello che il pubblico si aspettava, come il pubblico se lo aspettava. Peccato per qualche imprecisione nell'intonazione. La prova non era facile, ed è stata comunque superata.

E così, ci siamo: manca pochissimo alla serata finale, dove si sommeranno tutti i risultati conseguiti dagli artisti in gara durante queste cinque serate, in attesa del gran finale. Un gran finale davvero da non perdere.

Patrick Facciolo