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Tra revival e attualità: 5 ragioni per cui il cast di Sanremo 2023 è il migliore di sempre

Ci siamo: il cast è fatto . E che cast. Pochi minuti fa Amadeus ha annunciato al Tg1 i big del Festival di Sanremo 2023 , che si svolgerà q...

Ci siamo: il cast è fatto. E che cast.

Pochi minuti fa Amadeus ha annunciato al Tg1 i big del Festival di Sanremo 2023, che si svolgerà quest'anno dal 7 all'11 febbraio al Teatro Ariston di Sanremo. Che stessimo vivendo nell'era dei revival lo avevo già raccontato qui alcuni mesi fa, pronosticando la partecipazione di Paola e Chiara, che poi effettivamente si è verificata.

Così come si sono verificati diversi altri pronostici pubblicati su queste pagine, con la conferma di Elodie, Madame, Lazza, Mr. Rain e Lazza. Eppure, in questo cast incredibilmente articolato e che in parte ci aspettavamo, ci sono state sorprese davvero inattese.

Cominciamo dal riepilogare i 22 big che parteciperanno al Festival, con la grafica tratta dal Tg1 di oggi delle 13.30:



Vediamo adesso di analizzare le cinque ragioni per cui questo cast è probabilmente il migliore di sempre:


1. Un Festival per tutti, grazie agli outsider

Più di altre, questa edizione del Festival è davvero per tutti: combinare insieme la presenza dei Cugini di Campagna (per la prima volta nella loro carriera al Festival) con quella di Lazza e Rosa Chemical, finisce per rappresentare due estremità opposte della musica italiana. E accontenterà per questo segmenti di pubblico apparentemente distanti da loro. Entrambi segmenti di pubblico, probabilmente e per ragioni opposte, che seguiranno il Festival.

 

2. Un Festival perfetto per i quarantenni 

C'è un segmento di pubblico perfetto a cui è dedicato questo Festival: quello dei quarantenni, perfettamente rappresentati dai loro idoli degli anni Novanta. 

Capofila di questa generazione è senz'altro Giorgia, per poi passare a Gianluca Grignani, Paola e Chiara e - sorpresa delle sorprese - agli Articolo 31

Artisti che hanno fatto la storia degli Anni '90, tanto amati da un'intera generazione che li ha ancora nel cuore (basti vedere le presenze ai concerti e il seguito social di molti degli artisti che ho appena citato).


3. Anche i venti-trentenni non scherzano

Marco Mengoni, Modà, Elodie, Levante, rappresentano invece quella quota di artisti, in parte mainstream, in parte ex-indie e oggi mainstream, che hanno accompagnato per anni la generazione un decennio più giovane di quello che ho appena citato.

Anche loro sono più che accontentati e rappresentati dal cast di questo Festival.


3. I grandi ritorni che non ti aspetti

Ultimo e Anna Oxa: non ce l'aspettavamo, e (con piacere) ci sono anche loro. Dopo anni di indiscrezioni, questa volta ci sono entrambi. Ed è una bella sorpresa. Entrambi hanno pubblicato sui social la notizia della loro ammissione al Festival. Ultimo, nello specifico, ha commentato:

Ho 26 anni, la mia storia devo ancora scriverla e sento che mettermi in gioco è un bel modo per farlo. Ho una canzone e un disco in cui credo più di qualsiasi altra cosa al mondo e sentivo il bisogno di presentare questa canzone sullo stesso palco da cui sono partito. Sanremo, ci rivediamo a febbraio!


4. La quota "Chi è questo?", ma neanche poi tanto

Quando si parla di Festival di Sanremo esiste quello strano fenomeno del "Ma chi è questo?", che di solito si verifica quando in gara vengono ammessi artisti già noti nel settore discografico, ma che non hanno ancora una fama, per così, dire mainstream.

Negli anni scorsi si è trattato di un fenomeno molto più frequente rispetto a quest'anno, forse perché i giovani (che non sono ancora molto noti, e che diventeranno automaticamente big il 16 dicembre) saranno ben 6, e porteranno a 28 i partcipanti complessivi. 

Probabilmente Amadeus deve aver tenuto conto di questo aspetto, limitando quindi la quota "Ma chi è questo?", da sempre un tantino problematica da digerire per il pubblico generalista che guarda Sanremo.

 

5. Eurovision Song Contest: a chi toccherà?

Per Ultimo quella di Sanremo 2023 potrebbe essere la grande occasione per riprendersi un Festival, quello del 2019, da molti già considerato nelle sue mani. Sarà l'occasione buona per riprendersi quella vittoria, e prenotare da subito un volo per Liverpool, dove si svolgerà il prossimo Eurovision Song Contest?

Stesso discorso potrebbe valere per Colapesce Dimartino, che già nell'anno di Musica leggerissima avevano tra le mani un brano perfetto per Eurovision Song Contest. E che quest'anno - nel caso di un altro tormentone dal sound anni '70-'80 - potrebbero ritentare l'impresa.

Resta un desiderio a portata di mano anche per Elodie, che ha sempre cercato per il suo sound, coreografie e costumi un respiro internazionale, compatibile con quello di Eurovision.

In ogni caso, davvero troppo presto per parlarne.


Per concludere: quando il Festival è per tutti, gli ascolti sono (quasi) assicurati 

Battere sé stesso: questa è la sfida (mai dichiarata, e che mai nessun direttore artistico dichiarerà) con cui dovrà necessariamente confrontarsi Amadeus. Perché se è vero che si tratta di una regola non scritta, è anche una delle variabili più importanti su cui tutti noi giornalisti ci cimentiamo ogni anno nei nostri racconti e nei nostri commenti.

Perché il Festival di Sanremo è prima di tutto un evento collettivo, ed è proprio su quanto è collettivo che si misura il suo successo. Premesso questo, e considerata la qualità del cast che ha proposto quest'anno Amadeus, mi sento di dire che sì: le probabilità che questo Festival possa ambire a fare gli stessi (se non superiori) ascolti dell'anno scorso, sono davvero alte.

Perché Sanremo è Sanremo. E se fosse mai possibile - per via del cast e dei co-conduttori, Gianni Morandi e Chiara Ferragni - quest'anno lo sarà ancora più del solito.

Patrick Facciolo