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Eurovision: Mengoni e Mahmood si esibiscono in prova. La nostra pagella

Il fascino di Eurovision Song Contest , oramai lo abbiamo imparato, è indiscutibile. Per quanto i gusti musicali italiani tavolta si discost...

Il fascino di Eurovision Song Contest, oramai lo abbiamo imparato, è indiscutibile. Per quanto i gusti musicali italiani tavolta si discostino da quelli della manifestazione, l'interesse da parte di molti italiani per questo evento è diventato sempre più ampio, specie dopo l'edizione di Torino dell'anno scorso. Basti vedere i dati d'ascolto importanti dell'anno scorso, e quelli più che lusinghieri di quest'anno.

L'evento musicale, che unisce l'Europa in una celebrazione di talento e diversità, si sta svolgendo in questi giorni a Liverpool, nel Regno Unito. A rappresentare l'Italia salirà sul palco Marco Mengoni, vincitore dell'ultimo Festival di Sanremo, che ritorna a questo contest dopo la sua prima partecipazione nel 2013.
 

Pregi e limiti dell'esibizione di Marco Mengoni

 


Le prove generali della finale, a cui ho partecipato di persona poche ore fa in qualità di giornalista, hanno visto Mengoni dare prova della sua abilità canora (qualora fosse mai stato necessario specificarlo). La sua esibizione è stata prevedibilmente impeccabile dal punto di vista tecnico, e Marco ha mostrato una volta di più il suo innegabile talento.

 

La performance di Marco, tuttavia, risente di un problema ricorrente per le esibizioni italiane all'Eurovision: la scelta della lingua italiana e, dal mio punto di vista, la scenografia. Sebbene le canzoni italiane siano spesso bellissime, intime e potenti, il fatto che siano cantate esclusivamente in italiano (e da molti anni ormai) rischia di creare una barriera per il pubblico internazionale. 

L'Eurovision, infatti, è un contest che vanta un vasto pubblico internazionale e, per quanto rinunciare all'italiano possa sembrare una rinuncia importante, la scelta della lingua può influenzare l'impatto complessivo di una canzone sul pubblico.

Ecco un estratto dalle prove di Marco Mengoni di poche ore fa:

Un altro elemento da considerare, come dicevamo, è la scenografia. Le esibizioni italiane si distinguono per la loro bellezza e sobrietà, ma in un contest come l'Eurovision, dove l'aspetto visivo ha un ruolo cruciale, dal mio punto di vista non emergono con la stessa forza di quelle di altri paesi. Il pubblico eurovisivo è abituato a scenografie spettacolari, che si sposano perfettamente con la canzone, creando un'esperienza audiovisiva completa.

Restano inoltre i limiti legati alla canzone che Mengoni presenta a Eurovision, perfetta per il contesto italiano, ma con una metrica molto lontana dalla tradizione eurovisiva. Ne ho già parlato a lungo in questo articolo

Peraltro, la posizione in cui Mengoni si esibirà durante la finale, l'undicesima su 26, non sembra favorirlo (di questo ho già parlato qui).  Nella storia di Eurovision, infatti, le esibizioni della seconda metà della finale tendono a ottenere risultati migliori, probabilmente perché rimangono più impresse nella memoria del pubblico.



Ma l'Eurovision non è solo una questione di lingua, scenografia o posizione di esibizione. È un evento che celebra la musica e la cultura dei vari paesi, e la proposta di Marco Mengoni, con la sua voce potente e la sua canzone intensa, potrebbe comunque incarnare bene questo spirito. 

Quindi nonostante queste aree, per così dire, "problematiche", il talento di Marco e l'amore che il pubblico internazionale prova per lui - avendo già un Eurovision all'attivo - e per la musica italiana in generale, potrebbero ancora sorprenderci, e portare l'Italia a un risultato di rilievo.

 

L'esibizione (rischiosa?) di Mahmood



Mahmood si esibirà come ospite (non è in gara: è stato invitato in veste di ospite internazionale) nella serata finale di Eurovision Song Contest. Interpreterà "Imagine" di John Lennon, nella patria di John Lennon. Ora, non ci è dato sapere se si tratti di una scelta che ha effettuato di persona con il suo staff, o se la canzone gli sia stata assegnata. Tuttavia si tratta di una scelta piuttosto impegnativa da sostenere e gestire.
 
Innanzitutto perché, a giudicare da quanto ho sentito in prova, l'arrangiamento è stato modificato in modo vistoso, e l'interpretazione è sensibilmente lontana dall'originale. E questo, quando si tratta di un enorme classico della musica mondiale, può diventare un problema per il pubblico. Perché può fare fatica a riconoscerlo e ad apprezzarlo. 

È un po' come se l'Eurovision si tenesse in Italia e un artista inglese interpretasse - stravolgendola - "Nel blu dipinto di blu" di Domenico Modugno. Quanto apprezzeremmo questa scelta? Resta una domanda legittima. 

Sarà l'esibizione di domani sera a darci anche questa risposta.

Patrick Facciolo