Poche ore fa l' EBU , l'ente organizzatore di Eurovision Song Contest, ha pubblicato il regolamento per l'edizione 2023 dell...
Poche ore fa l'EBU, l'ente organizzatore di Eurovision Song Contest, ha pubblicato il regolamento per l'edizione 2023 dell'evento. Quali sono le novità? Pochissime, come al solito.
Se proprio volessimo trovarne qualcuna, c'è solo la conferma - come nelle ultime due edizioni - di poter utilizzare cori registrati per avere meno persone sul palco e mantenere comunque i brani fedeli all'originale (ovviamente non sarà comunque possibile cantare in playback).
Partirei da questo per una riflessione: cosa differenzia (e di molto) il Festival di Sanremo dall'Eurovision Song Contest? Il fatto che i brani di Sanremo sono inediti, certamente (ed è una cosa meravigliosa, ed è la sua caratteristica principale). Il fatto che a Sanremo c'è un'orchestra che suona dal vivo, certamente (e anche questo lo rende un evento unico). Il fatto che il format ha una scrittura completamente diversa e ogni serata di Sanremo dura molto più a lungo, certamente (su questo invece Sanremo potrebbe migliorare).
Eppure resta una differenza sostanziale, da cui il Festival di Sanremo potrebbe apprendere una lezione importante: il regolamento di Eurovision Song Contest, a differenza di quello del Festival, è stabile nel tempo. Non cambia. Ha una continuità che gli conferisce certezza e stabilità.
Al contrario, il regolamento del Festival di Sanremo cambia ogni anno, un po' come i sistemi elettorali per le elezioni politiche, che spesso vengono modificati tra una legislatura e l'altra. La mia domanda è una sola: perché? Qual è l'esigenza che spinge ogni anno i direttori artistici a modificare, anche sostanzialmente, la formula dell'evento?
Il regolamento rappresenta, di fatto, un elemento di immagine coordinata dell'evento stesso. Una maggior stabilità, in questo senso, conferirebbe una maggiore stabilità percepita all'intera manifestazione.